La Segretaria della Cisl Toscana Nord Alessandra Biagini riflette sulla situazione del mondo del lavoro
PISTOIA. La Cisl definisce il lavoro non come un semplice fattore economico, ma un’espressione essenziale dell’essere persona. ”Purtroppo in questi anni il lavoro è stato calpestato a vantaggio del profitto – sostiene la Segretaria Cisl Alessandra Biagini - e il risultato è sotto gli occhi di tutti con l’aumento della povertà, disuguaglianze, precarietà, tante donne imprigionate in carriere frammentate e part-time involontari e continui incidenti nei luoghi di lavoro.
Il mercato del lavoro è stato investito da trasformazioni particolarmente intense e più repentine che in passato , da una parte eventi imprevisti come la pandemia e i conflitti e le relative conseguenze sulle economie e sul commercio internazionale, dall’altra tendenze già in atto da tempo ma che hanno iniziato ad evolvere più velocemente, come le transizioni digitale e green che stanno accelerando alcuni sviluppi, mentre sullo sfondo il processo di invecchiamento della popolazione in corso da anni e la riforma delle pensioni che non favorisce l’uscita dei lavoratori , stanno ora mostrando il loro inevitabile impatto sul mercato del lavoro.”
“Il nostro obiettivo- continua Alessandra Biagini- è applicare finalmente l’articolo 46 della Costituzione, la nostra proposta di legge sulla Partecipazione che nasce proprio dall’ idea che questa deve essere la stagione della corresponsabilità nelle relazioni sindacali e sociali.
Bisogna ripensare ad un modello di sviluppo costruendo una economia sociale di mercato basata su partecipazione, sostenibilità, inclusione, giustizia sociale, un’economia al servizio delle persone.
In questo ultimo periodo abbiamo letto tanti dati sull’occupazione derivanti da diverse fonti di rilevazione che possono apparire talvolta discordanti dando luogo anche a commenti contrastanti.
I dati ci dicono che fra le Criticità del mercato del lavoro il primato negativo di Neet e il fortissimo divario di genere restano elevatissimi.
Cresce l’occupazione femminile, raggiungendo il tasso di occupazione più alto di sempre, il 53,4%.
Per il terzo anno consecutivo cresce l’occupazione: nel quarto trimestre 2023 gli occupati aumentano del 2,3% rispetto ad un anno fa, mentre calano i disoccupati e prosegue da metà 2021 la riduzione degli inattivi (-3,9% nell’ultimo anno).
Più persone trovano lavoro, anche più stabile, ma a fronte di lavori meno produttivi e retribuzioni basse , in queste condizioni l’andamento positivo dell’occupazione non potrà durare all’infinito.
A trainare la crescita occupazionale concorrono i settori ad alta intensità di manodopera come i servizi e l’edilizia, per la quale peraltro si trascina l’effetto bonus, alcuni ambiti del manifatturiero che nell’ultimo anno hanno beneficiato del calo dei prezzi dell’energia e gli investimenti del PNRR.”
“Fattore non secondario è inoltre lo skill shortage o carenza di competenze,- prosegue la Segretaria Biagini- con la conseguente corsa delle imprese ad accaparrarsi i lavoratori necessari, complice anche l’inadeguatezza del nostro sistema scolastico e formativo nonché di quello delle politiche del lavoro, sta emergendo con forza una carenza di competenze che in questa fase gioca a favore spingendo le aziende ad assumere con contratti stabili.
Ci sono anche altri ambiti dove si cerca disperatamente manodopera , dove però spesso si lavora nel weekend, con orari disagiati e non si offrono adeguate condizioni di lavoro e retribuzione, motivo per cui le donne non sono sufficientemente incentivate ad entrare nel mercato del lavoro ed i giovani spesso rifiutano il lavoro o si dimettono, in cerca di condizioni migliori, condizioni alle quali, però, non sempre possono aspirare concretamente, perché non in possesso delle competenze richieste e quindi si entra in un circolo vizioso da cui non è semplice uscire.
Allora è inevitabile una riflessione sulla crescita economica: un Pil che cresce poco, molto meno degli occupati e delle ore lavorate, suggerisce che ad aumentare è soprattutto il lavoro a più bassa produttività, e sappiamo bene quanto ciò influisca anche sulle retribuzioni.
Occorrono interventi significativi e mirati per far ripartire il processo di potenziamento dei servizi per l’impiego ed accelerare sulla riforma dell’orientamento, per concentrare percorsi di politiche attive su donne e giovani e per indirizzare ragazzi e ragazze verso i titoli di studio richiesti dal mercato.
Per favorire l’occupazione femminile occorrono più servizi che non si esauriscono negli asili nido, fortemente insufficienti, ma anche tempo pieno a scuola, centri estivi, accelerazione della legge sulla non autosufficienza.
E’ importante premiare le aziende che introducono con accordo sindacale misure di conciliazione/condivisione equamente utilizzate da lavoratori e lavoratrici“.
[alessandra biagini]
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